La vetta della vita by Matteo Della Bordella

La vetta della vita by Matteo Della Bordella

autore:Matteo Della Bordella [Della Bordella, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-02-22T12:00:00+00:00


Seconda parte

9

Giga

Era il marzo del 2018 quando fui eletto presidente del gruppo Ragni della Grignetta. Presidente dei Ragni di Lecco, per usare la formula nota al grande pubblico. Il giorno dopo fui travolto da una valanga di telefonate: il sindaco di Lecco, l’assessore della Regione, presidenti di altre sezioni del CAI, soci del gruppo, amici, parenti… Stavo iniziando una nuova avventura ed erano in tanti a congratularsi con me e ad augurarmi buon lavoro. Sapevo di raccogliere un’eredità importante, quella dell’amico Fabio Palma, persona che più di ogni altra era stata in grado di dare una decisa svolta al gruppo, soprattutto da un punto di vista comunicativo e professionale. Con Fabio alla guida erano stati anni d’oro per i Ragni: una nuova generazione di alpinisti aveva dato linfa vitale, e un consiglio direttivo intraprendente e attento era stato in grado di supportarla al meglio nella realizzazione degli obiettivi. Il gruppo faceva parlare di sé ed era apprezzato sia dagli alpinisti che dai non addetti ai lavori, tanto che erano arrivati anche nuovi sponsor.

Lo statuto però parla chiaro: il mandato del presidente dura tre anni e non si può essere eletti per più di due mandati di fila. Dopo sei anni di impegno e dedizione, Fabio avrebbe dovuto cedere il passo a qualcun altro. La mia nomina non era affatto scontata, vista la mia giovane età e il fatto che ero nel pieno dell’attività alpinistica, ma già diversi mesi prima della fine del suo incarico era stato Fabio stesso a indicarmi come suo possibile successore.

All’inizio ne fui sorpreso, non pensavo di sentirmi pronto per quel compito. Avevo trentaquattro anni e quel ruolo solitamente viene assegnato a figure di maggiore esperienza. Tuttavia nei mesi a venire, grazie anche a tanti soci che spesero parole positive su di me, mi convinsi che avrei potuto farcela. Così finii per candidarmi ed essere persino eletto.

Il gruppo Ragni aveva fatto tanto per me in passato: mi aveva accolto nel 2006 permettendomi di emergere come alpinista e crescere come uomo, di guardare più in là delle Alpi e di sognare in grande. In oltre un decennio aveva supportato e sopportato ogni mia idea pazza di scalata, e ogni progetto, ogni successo e ogni fallimento. Adesso mi sarei impegnato al massimo per restituire almeno un po’ di quello che avevo ricevuto. Ero letteralmente galvanizzato da ciò che mi aspettava. Non avevo un’idea precisa di cosa avrebbe comportato essere il presidente, sapevo però di non voler essere ricordato come quello che prende il timone di una barca che viaggia a gonfie vele e si limita a mantenerla dritta. Volevo metterci del mio e portare qualcosa di nuovo, volevo che quella barca viaggiasse ancora più veloce. Per farlo, ci volevano iniziativa e carisma, proprio come per il timoniere di una nave.

Cavalcai l’onda di quell’entusiasmo iniziale e i primi mesi furono un susseguirsi di successi: l’organizzazione del campeggio – tradizione che era andata persa da molti anni –, l’ingresso di nuovi soci, la pubblicazione di un libro sulla storia del gruppo, le serate e i raduni con altri gruppi alpinistici.



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